Nome Gioele Biadici    

Domicilio Someo    

Professione Operatore Socio-Assistenziale

Famiglia Celibe

In sezione dal 2014/15

Come tutto ebbe inizio
Erano le 17:00 del 24 settembre del 1924 quando due frane distrussero il paese di Someo. In quella sera mia Bisnonna Santina Righetti (1884–1962) ereditò alcune famiglie di api. Col passare del tempo mio Nonno Renato Righetti (1921–1972) si appassionò all’apicoltura. Infatti, durante la scuola agraria a Mezzana, lui arrivava a malapena alla sufficienza in tutte le materie tranne in viticoltura e apicoltura, dove eccelleva.
Il nonno ha ricoperto per molti anni, fino alla morte, anche il ruolo di segretario della società, a quel tempo STA Vallemaggia, e d’ispettore aggiunto per gli apiari per il distretto della Vallemaggia; prima con Bianchi di Avegno e in seguito con Renato Zinetti di Cavergno.
Durante una sera di febbraio del ’72 mio nonno morì, lasciando a mio zio Luca Righetti il suo apiario di 68 colonie. A questo punto mio zio decise di continuare con la passione di famiglia tenendo una ventina di arnie, le altre furono acquistate da alcuni conoscenti della società tra cui Walter Stocker di Ronco sopra Ascona. Fù affiancato da Ugo Cavalli di Cevio, che lo aiutò ad affinare le conoscenze e le tecniche apistiche apprese dal papà fino ad allora. In seguito ha svolto un corso da Almerio Chiesa di Loderio ma poi nel 1996 decise di smettere di fare l’apicoltore.
Ha ritentato brevemente nel 2003, dopo aver trovato uno sciame, io avevo appena finito le elementari ed iniziavo le scuole medie. A fine di giugno del 2013, mentre stavo ripulendo l’apiario dello zio, ho trovato 4 sciami. Con l’aiuto di mia mamma siamo riusciti a convincerlo ad insegnarmi l’arte dell’apicoltura. Da allora mi ha sempre seguito, consigliato e supportato. Attualmente l’attività è gestita da me con il suo aiuto.

Miele favorito
Il mio di Tiglio e Castagno, soprattutto quando appena smielato! Amo pure ‘’i cagasc’’ (gli opercoli appena tagliati del telaino di melario). Le altre tipologie di miele dopo poco tempo mi rendono stufo e mi annoiano. Invece il mio no. Sarà perché ho il palato tarato su questo miele.

Il ricordo apistico più bello/divertente
La ripresa dell’attività apicola di famiglia dopo 17 anni di stasi, grazie alla scoperta di quei 4 sciami, e il momento in cui mio zio mi ha regalato 4 regine della ditta di apicoltura Bernasocchi di Carasso e un nucleo proveniente da Rolando Sartori di Lodano. Ricordo con entusiasmo anche le prime lezioni con lo zio e i racconti suoi e di mia mamma sul Nonno Renato, che purtroppo non ho conosciuto.

Uno o più consigli per chi vuole avvicinarsi al mondo dell’apicoltura
– L’apicoltura è una cosa seria da non prendere sotto gamba. Può andarti bene un anno, come andarti male.
– Le api sono come i nostri figli: vanno curati bene e con costanza.
– Non fidarsi alla cieca di internet o dei libri, chissà dove sono stati scritti, in che parte del mondo o in che periodo. Il clima non è identico dappertutto.
– Meglio incontrare e seguire apicoltori con esperienza, magari tramite le società di apicoltura locali, che conoscono meglio il clima della zona. È fondamentale scambiare opinioni e cogliere i loro consigli.
– Altresì importante partecipare alle serate e agli eventi che trattano sui vari temi legati all’apicoltura.
– Prima di fare un’acquisto di api sarebbe opportuno visitare l’apiario col padrone e farsi un’idea di tutti i costi necessari per iniziare l’attività e delle specifiche caratteristiche delle api.
– Informarsi se ci sono già apiari in zona prima di posare il proprio e quali leggi sono in vigore nel comune dove saranno collocate le arnie.

Motto per la vita e per l’apicoltura
Dagli errori si impara e domani è un altro giorno.
Osserva, interpreta, ragiona e agisci il prima possibile. Altrimenti è troppo tardi per riparare al danno.

Aggiunte personali
Sogno del cassetto: seguire le orme di mio Nonno e Zio.

Tipo di apicoltura e filosofia
Seguo una apicoltura convenzionale (non biologica), utilizzando le conoscenze e le tecniche tradizionali tramandate attraverso lo scambio di opinioni con lo zio e atri apicoltori. Osservando le temperature, il succedersi delle varie fioriture e dell’andamento delle famiglie e mantenendo una visione a 360°(dal come volano le api, alla lettura del fondo antivarroa, al loro tipo di ronzio, lo sviluppo della famiglia) e utilizzando i 5 sensi. Tengo traccia dei lavori fatti, delle osservazioni e delle deduzioni. Tutto ciò mi permette di fare continue valutazioni sull’andamento e di apportare dei miglioramenti per gli anni a seguire.