Nome Rolando Sartori

Domicilio Lodano

Professione Pensionato

Famiglia Coniugato con 2 figli

In sezione dal 1979

Come tutto ebbe inizio
Dopo la morte di mio padre, avvenuta nell’ottobre del 1974, mi sono posto il problema della continuità della sua attività di apicoltore. Mia mamma lo aiutava già da alcuni anni, ma ho preso la decisione di portare avanti io il suo operato. Mio padre aveva predisposto un apiario con 12 arnie di tipo svizzero a doppio melario e 12 arnie con un unico melario. Con il tempo ho provveduto ad eliminare tutte le arnie con un unico melario sostituendole con arnie di tipo Dadant, più comode e pratiche. In seguito ho sostituito quasi tutte le arnie dell’apiario con quest’ultime.

Miele favorito
Castagno-Tiglio e Millefiori

Il ricordo apistico più bello/divertente
Un sabato mattina di metà giugno mi telefona un apicoltore in preda alla disperazione in quanto aveva constatato che le sue api erano malate. Recandomi subito sul posto iniziamo a visitare le api per cercare di individuare il problema. Nell’apiario c’erano 12 arnie tipo Dadant con i relativi melari. Con grande stupore trovo le colonie sprovviste di miele, che morivano di fame. A quel punto abbiamo rimosso tutti i melari, messo i nutritori e dato sciroppo per una settimana. In seguito l’apicoltore, non solo è riuscito a salvare le api, ma anche a fare un discreto raccolto offrendomi un pranzo come ricompensa.

Uno o più consigli per chi vuole avvicinarsi al mondo dell’apicoltura
Premessa importante: non essere allergici al veleno delle api. Avere grande passione, grande pazienza e tanto tempo. Partecipare ai corsi organizzati dalle varie società, soprattutto per imparare a combattere le malattie che colpiscono le api (che oggi sono sempre più numerose). Rimanere aggiornati riguardo ai trattamenti anti varroa. Inoltre attualmente siamo confrontati con un’altra grande problematica: la vespa velutina.

Motto per la vita e per l’apicoltura
Le api sono fondamentali per l’impollinazione delle piante, in particolare quelle della frutta. Essere disposti a sacrificare il proprio tempo e le proprie energie anche quando il risultato non è appagante. Ma la natura ci sarà sempre riconoscente!

Aggiunte personali
Era la fine del 1987, ricevo la telefonata dall’allora presidente della sezione valmaggese Giacomini Luigi che mi chiedeva se volevo affiancarmi a Fridolino Ramelli quale vice-ispettore per la bassa Vallemaggia, cosa che ho subito accettato. Nel 1988 ho cominciato a seguire dei corsi specifici, sia pratici che teorici, e nel 1989 ho dato gli esami superandoli tutti con un punteggio di 115 su 120. Il certificato quale ispettore mi è stato rilasciato dalla Sezione Veterinaria Cantonale in data 27 gennaio 1989.
Inizialmente ho dovuto intervenire molte volte in diversi apiari a causa sia della peste americana che di quella europea. Venivano prelevati dei campioni dai favi e poi inviati ad un laboratorio in Svizzera francese per le analisi. I risultati venivano poi forniti alla sezione veterinaria la quale, se si trattava di peste americana, metteva l’apiario sotto sequestro per un raggio di due km. Io dovevo quindi recarmi nell’apiario colpito ed eliminare le api ammalate, anche tutto il materiale non recuperabile veniva messo in una fossa, bruciato e sotterrato. Tutte le colonie presenti nel raggio dei due km dell’apiario malato dovevano essere controllate e, nel caso di infestazione, eliminate. Dopo sei mesi si procedeva ad un nuovo controllo di tutti gli apiari interessati e il sequestro veniva tolto solo se tutte le colonie risultavano sane.
Nel 1988 un apicoltore mi telefonò comunicandomi che aveva trovato degli acari. Quando mi sono recato sul luogo, ad Avegno, ho potuto subito constatare che si trattava dell’acaro varroa. Ho dovuto così comunicare alla sezione veterinaria la comparsa della varroa anche nella nostra regione. Nell’arco di due anni la presenza del temuto acaro si è estesa a tutta la valle. I primi anni per combattere la sua presenza venivano usate delle strisce di apistan. Era mio compito comandarle alla sezione veterinaria e distribuirle. In seguito è stato lasciato ai singoli apicoltori il compito di procurarsi le risorse per combattere questo terribile nemico delle api.
Nel 2012, essendo rimasto come unico ispettore, ho svolto il censimento degli apiari presenti in Vallemaggia. È stato un impegno notevole al quale ho dovuto dedicare parecchio tempo: contare tutte le arnie dei diversi apiari nei molti comuni del nostro territorio, porre le coordinate, far firmare il relativo formulario ad ogni proprietario e spedire il tutto alla sezione veterinaria. Ogni apicoltore ha poi ricevuto una targhetta con il proprio numero di riconoscimento per ogni apiario.
Nel 2015, dato che per continuare a fare l’ispettore avrei dovuto seguire dei corsi di formazione in Svizzera interna, ho deciso di dare le dimissioni.